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HPV e Infezioni Vaginali

Le donne non vogliono essere capite, vogliono solo essere amate

Arthur Schopenhauer

infezione da hpv (papilloma virus)

L’HPV (Human Papilloma Virus) costituisce una famiglia composta da oltre cento varietà diverse di virus. La maggior parte degli HPV causa lesioni benigne, come le verruche che colpiscono la cute (di mani, piedi o viso) e i condilomi o papillomi che interessano le mucose genitali e orali. La maggior parte delle infezioni genitali da HPV regredisce spontaneamente. Una piccola quota invece, se non trattata, può evolvere lentamente verso una forma tumorale. Il tumore del collo dell’utero è infatti quasi sempre correlato alla presenza dell’HPV.

Quali sono le cause dell’infezione da HPV (Papilloma virus)?

L’infezione genitale da Papilloma virus umano si trasmette essenzialmente attraverso i rapporti sessuali: è infatti una delle più frequenti malattie sessualmente trasmesse. È ammesso che la trasmissione possa avvenire anche con un contatto fisico, se ci sono cellule virali attive e se sono presenti lacerazioni, tagli o abrasioni nella pelle e/o mucose. Generalmente, le infezioni più pericolose delle vie respiratorie o del cavo orale si trasmettono attraverso il sesso orale, attraverso il contatto, quindi, tra la mucosa e i genitali.

Le persone che hanno un sistema immunitario particolarmente vulnerabile sono più esposte al rischio di contagio. Con frequenza decisamente inferiore, l’infezione può essere provocata, in alcuni luoghi ove si crei promiscuità (come docce pubbliche, piscine, caserme), dal contatto con superfici in precedenza utilizzate da portatori dell’infezione.

Quali sono i sintomi dell’infezione da HPV (Papilloma virus)?

Generalmente, i segni più comuni dell’infezione sono le verruche (verruche comuni, verruche plantari, verruche genitali).

Le verruche genitali (definite condilomi) possono essere localizzate sui genitali esterni, all’interno della vagina, intorno o dentro l’ano e sul perineo (la regione cutanea posta tra la vulva e l’ano). Queste lesioni si manifestano come piccole escrescenze, a volte disposte a grappolo, dalla forma che ricorda quella di un cavolfiore. In altri casi le lesioni sono piatte e tendono a sovrapporsi.
La maggior parte delle lesioni causate da HPV sono asintomatiche, ma in alcuni casi, le verruche possono provocare fastidio, prurito o disagio. I ceppi di HPV che provocano il cancro nelle zone genitali, non si manifestano invece attraverso i condilomi, ma con modificazioni asintomatiche a carico delle mucose genitali (tipicamente del collo uterino).

La trasmissione dei condilomi genitali si può ridurre, diminuendo i rapporti a rischio, promiscui od occasionali e utilizzando sempre il preservativo (che permette di neutralizzare, se non tutte, le più frequenti modalità di contagio). È importante inoltre curare l’igiene personale.

Diagnosi

La diagnosi clinica di infezione da HPV viene eseguita dal medico che rileva la presenza delle lesioni.
La diagnosi delle alterazioni citologiche e/o istologiche (ossia delle cellule o dei tessuti) provocate dai ceppi di HPV potenzialmente oncogeni, viene invece ottenuta attraverso l’esecuzione del Pap Test o di test appositi per la rilevazione del DNA virale. Se necessario, si effettuano biopsie mirate a carico delle mucose genitali, sotto il controllo di un particolare strumento (il colposcopio) che permette la visualizzazione ingrandita dei tessuti esaminati.

Trattamenti 

È possibile che le lesioni causate da HPV guariscano spontaneamente senza alcun trattamento. È bene sapere però che, anche quando le verruche scompaiono, il virus può essere ancora presente nell’organismo umano.

Le verruche cutanee possono essere trattate con soluzioni topiche con creme ad azione antivirale, oppure essere rimosse con trattamenti chirurgici locali (diatermocoagulazione, laser terapia, crioterapia).

I condilomi genitali vengono generalmente vaporizzati attraverso la diatermocoagulazione o i trattamenti laser.

Le lesioni precancerose della cervice uterina, vengono asportate con asportazioni parziali del collo dell’utero, permettendo alla donna di mantenere inalterate le capacità riproduttive.

vaccino per hpv

La vaccinazione contro il Papillomavirus umano (HPV) si è dimostrata molto efficace nel prevenire nelle donne il carcinoma della cervice uterina (collo dell’utero), soprattutto se effettuata prima dell’inizio dell’attività sessuale; questo perché induce una protezione maggiore prima di un eventuale contagio con il virus HPV.

malattie sessualmente trasmissibili

Le malattie sessualmente trasmissibili (MST), dette anche infezioni sessualmente trasmesse (IST) sono infezioni che si trasmettono per contagio diretto tramite contatto sessuale. Sono in genere causate da batteri, virus e protozoi che passano da un individuo all’altro mediante il passaggio, attraverso le mucose, di liquidi biologici infetti. Queste patologie possono colpire gli organi genitali o altri organi e apparati.

Che cosa sono le malattie sessualmente trasmissibili?

L’attività sessuale gioca un ruolo fondamentale nella diffusione di queste infezioni, ma è possibile essere infettati anche senza contatto sessuale: è quello che accade, ad esempio, nel caso di trasmissione da madre a bambino durante la gravidanza o il parto (trasmissione verticale), attraverso trasfusioni di sangue infetto o tramite l’uso di aghi o strumenti chirurgici non adeguatamente sterilizzati (tatuaggi).

Quali sono le cause delle malattie sessualmente trasmissibili?

Le infezioni sessualmente trasmesse possono essere causate da:

Quali sono i sintomi delle malattie sessualmente trasmissibili?

Le infezioni sessualmente trasmesse possono passare inosservate per lungo tempo. Segni e sintomi possono comparire, a seconda del tipo di infezione, da alcuni giorni ad alcuni anni dopo l’esposizione. Alcune infezioni sono banali e si risolvono in pochi giorni (è il caso per esempio della Candida Albicans), o qualche settimana, senza lasciare conseguenze. Altre volte (come nel caso dell’HIV o della sifilide) la progressione della patologia può portare a complicanze serie e alcune volte letali. Alcune di queste infezioni possono decorrere in modo del tutto asintomatico per molto tempo, pur conducendo a serie alterazioni funzionali di alcuni organi con decadimento della loro funzione (è il caso per esempio dei danni a carico delle tube da parte della Clamidia Trachomatis, con conseguente infertilità).

Particolare attenzione si deve prestare a determinati segni:

  • piaghe sui genitali, nella zona rettale o nella zona orale
  • bruciore o dolore alla minzione
  • secrezioni dal pene
  • perdite vaginali (leucorrea)
  • perdite vaginali ematiche
  • ingrossamento dei linfonodi, soprattutto nell’area inguinale
  • dolori pelvici, accompagnati in alcuni casi a febbri persistenti o a diarrea
  • rash cutaneo su tronco, mani o piedi

Come prevenire le malattie sessualmente trasmissibili?

La prevenzione è fondamentale per evitare l’insorgere delle infezioni sessualmente trasmissibili. Ci sono diversi modi per evitare o ridurre il rischio di sviluppare queste malattie:

  • astensione dall’attività sessuale “a rischio” (evitare rapporti sessuali occasionali, utilizzare in modo corretto il preservativo).
  • vaccinazioni: per prevenire l’infezione da Papillomavirus umano (Hpv), da epatite A e da epatite B è possibile vaccinarsi.
  • evitare l’uso di droghe o l’abuso di alcol, il cui effetto può favorire l’adozione di comportamenti sessuali azzardati o pericolosi.
  • evitare la condivisione di tutti quegli oggetti – tra cui rasoi, forbici, aghi, spazzolino da denti – che possono penetrare la cute o le mucose.
  • se si è deciso di eseguire un tatuaggio, accertarsi che vengano messe in atto correttamente le procedure per la disinfezione e sterilizzazione dello strumentario.

Diagnosi 

Diversi sono i test che possono essere utilizzati per diagnosticare un’infezione sessualmente trasmessa:

Trattamenti 

La scelta del trattamento dipende dal tipo di infezione di cui il paziente soffre. Le malattie sessualmente trasmissibili causate da batteri sono generalmente più facili da curare, mentre le infezioni virali possono essere seguite nel tempo, ma non sempre curate.
Nel caso delle infezioni sessualmente trasmesse causate da batteri e protozoi vengono impiegati antibiotici somministrati per uso locale o sistemico. È preferibile astenersi dall’attività sessuale fino al completamento del trattamento e alla regressione delle eventuali lesioni.
Nel caso di infezioni virali vengono impiegate terapie antivirali (come nel caso dell’Herpes) o trattamenti chirurgici locali (come nel caso dell’HPV).
Nel caso del virus dell’Hiv: nonostante non siano ancora state messe a punto terapie in grado di eliminare definitivamente il virus, le attuali cure riescono a tenerlo sotto controllo per molti anni e la mortalità causata da questa malattia è decisamente calata negli ultimi decenni.

infezioni in gravidanza

Perché è più facile avere infezioni vaginali in gravidanza?

“La gravidanza è, per il corpo femminile, uno stato fisiologico ‘particolare’, in cui si realizzano notevoli cambiamenti. Le difese immunitarie diventano più tolleranti, riducendo la capacità di reazione nei confronti dei corpi estranei, allo scopo di far trattenere all’organismo materno il prodotto del concepimento, il quale, essendo esso stesso un corpo estraneo, verrebbe altrimenti espulso. Un effetto ‘collaterale’ di questo comportamento è la minore capacità di contrastare le infezioni, il cui insorgere è ulteriormente favorito anche da altri mutamenti. Tra questi il volume crescente dell’utero, che esercita un’azione di compressione sugli organi circostanti, e l’effetto degli ormoni in circolo, che inducono una riduzione della motilità. Il parziale ristagno di liquidi che si determina crea le condizioni per far insorgere un’infezione”.

Infezioni urinarie e vaginali

“Nell’apparato urinario, per esempio, la compressione esercitata dall’utero, soprattutto nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, riduce la capacità di espellere l’urina attraverso l’uretere (il canalino che collega il rene alla vescica). Il suo movimento è, inoltre, rallentato dall’azione degli ormoni. Si crea allora un ristagno d’urina che favorisce l’attecchimento dei batteri eventualmente presenti nelle parti più esterne dell’apparato. Anche le infezioni vaginali sono più facili. Alla maggiore vulnerabilità delle difese immunitarie, si assomma un minor ricambio delle cellule più superficiali, causato dall’azione ormonale e legato anch’esso alla presenza di stasi e di ristagni di liquidi tra i tessuti. Gli ormoni determinano anche la produzione di maggiori secrezioni. Questa situazione porta alla comparsa di perdite bianche (leucorrea gravidica) che aumentano notevolmente durante tutta la gravidanza e determinano una maggior presenza di detriti producendo un ambiente più favorevole alla riproduzione di batteri e miceti e, quindi, alle infezioni”.

L’importanza dei controlli

“Per prevenire questo tipo di infezioni è necessario sottoporsi a controlli con una certa regolarità, anche se la gravidanza procede normalmente. Non bisogna aspettare di avere sintomi o alterazioni, dato che questi non sono sempre presenti: in seguito a tutti i cambiamenti della gestazione, la donna è infatti meno sensibile agli effetti dell’infiammazione provocata dall’infezione. È molto importante, invece, poter fare una diagnosi tempestiva, soprattutto per evitare eventuali complicazioni che, seppur rare, non possono mai essere escluse. Bisogna anche considerare che in gravidanza possono essere somministrati solo pochi farmaci, e questo può rendere più difficile la cura dell’infezione”.

Quale frequenza?

“L’esame delle urine viene eseguito una volta al mese, per i primi sette-otto mesi. Nell’ultimo mese, a seconda dei casi, si può ripetere fino a una volta alla settimana. Per quanto riguarda i controlli vaginali, cioè l’esecuzione di un tampone vaginale, in caso di sospetta infezione il ginecologo può richiedere l’esame in qualsiasi momento della gravidanza. Trascurare questo aspetto potrebbe provocare contrazioni, ciò che significa minaccia di parto prematuro o di infezioni interne (corionamniositi), o di entrambe le cose, che possono provocare la morte fetale. Nelle ultime settimane della gravidanza, tra la 35^ e la 37^, si procede alla ricerca specifica dello Streptococco Beta Emolitico di gruppo B, praticamente innocuo per la madre, ma potenzialmente pericoloso per il neonato”.

Quali segnali non trascurare

“Bisognerà rivolgersi al medico con prontezza ogni qual volta si manifestino alterazioni quali bruciore nell’urinare, cambiamento di caratteristiche delle perdite vaginali che da bianche fluide possono diventare giallo-verdastre e più consistenti, prurito“.

Cosa può fare la donna per prevenire le infezioni vaginali

“Un’abitudine che sicuramente aiuta a prevenire le infezioni delle vie urinarie è quella di bere in maggiore quantità, magari acqua diuretica che favorisce il rilascio d’urina. L’igiene intima deve essere accurata e si deve cercare di non fare ristagnare a lungo le secrezioni, lavandosi un po’ più spesso del solito, anche se non in modo eccessivo. A questo proposito, è importante effettuare la pulizia intima detergendosi e sciacquandosi sempre dall’alto verso il basso, in modo da non trascinare i batteri intestinali, presenti nella zona dell’orificio anale, verso la vagina e l’uretra. È meglio non utilizzare detergenti che contengano medicinali, scegliendo prodotti molto leggeri e magari un po’ acidi che rispettino il ph vaginale. Anche la cute è più soggetta alle infezioni e una maggiore igiene può aiutare. Questi piccoli stratagemmi possono essere utili unitamente a una dieta corretta, che deve essere povera di zuccheri e capace di fornire una buona quantità di proteine e sali minerali, oltre a una quantità moderata di carboidrati e di grassi. Anche controllare il peso aiuta a proteggere dalle infezioni, sia cutanee che genitali”.

probiotici in gravidanza

Uno studio recente dimostra che il consumo di probiotici in gravidanza può ridurre il rischio di preeclampsia e parto pretermine.

Secondo la definizione ufficiale di FAO e OMS, i probiotici sono “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite.

Vari studi sostengono l’importanza dell’alimentazione materna che può influire significativamente sugli outcomes della gravidanza. Ad essa infatti sono collegati il diabete gestazionale, preeclampsia, depressione postpartum, asma infantile e anche parto pretermine.

Dove sono contenuti i probiotici?

Tra i probiotici più conosciuti troviamo i lactobacilli e i bifido-batteri. I probiotici sono presenti in alimenti fermentati come lo yogurt, il kefir, i crauti, il miso, il tempeh, il kombucha, i formaggi fermentati e il latticello, ma anche la pasta madre. I probiotici, inoltre, sono presenti in specifici integratori farmaceutici e erboristici, meglio noti come “fermenti lattici”

Probiotici e neonato

I probiotici assunti in gravidanza apportano pure dei benefici al neonato dimezzando rischio di allergia nel piccolo come sottolinea il prof. Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria nell’articolo Probiotici: in gravidanza dimezzano rischio allergia nel neonato in Italia, colpito un bambino su quattro in età prescolare.

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